Napoli, pensare in grande
Maurizio Sarri lo aveva fatto capire a chiarissime lettere in conferenza stampa, ieri mattina: l’Europa League non è l’obiettivo del Napoli e la squadra non possiede un organico in grado di disputare più di una competizione con la stessa intensità ed allo stesso livello. L’1-3 di ieri contro il Lipsia è lo specchio fedele del pensiero del suo allenatore, fatto proprio sia dai titolari che dai subentrati nella ripresa. Diawara è senza dubbio la bruttissima copia di quel giovane talento che abbiamo ammirato lo scorso anno, Rog mostra tanta buona volontà ma non riesce a reggere autonomamente l’incombenza del ruolo e Ounas, autore di una bella quanto inutile marcatura, non va oltre una condizione ancora insufficiente per essere considerato una seconda linea che si rispetti. L’impressione è stata quella di chi gioca al piccolo trotto, senza sforzarsi oltre misura; non si potrebbe dire diversamente, specialmente dopo aver visto finanche Koulibaly risparmiarsi sui suoi abituali quanto perentori recuperi e senza spingere con costanza ed efficacia alla sua maniera. A questo punto, dopo essere usciti dalla Champions League e a un passo dall’eliminazione anche in Europa League, è giusto e logico concordare con l’interpretazione estremamente realistica del tecnico azzurro, senza per questo dimenticare che ancora una volta la politica prudente (per essere buoni) della società in materia di gestione della rosa ci ha messo in condizioni di non onorare adeguatamente l’ottava presenza consecutiva nelle coppe europee, unico obiettivo centrato lo scorso anno. Il 22 si tornerà in Germania per onorare l’impegno ma, ovviamente, a testa bassa e senza alcuna pretesa, neppure quella di rimediare alla figuraccia casalinga dell’andata. Perché, a questo punto, se serve un miracolo, è opportuno conservarcelo per tentare di riconquistare il tricolore dopo trent’anni. Ha ragione il Mister, un po’ meno il Presidente!
Il problema delle scelte societarie esiste eccome, lo conosciamo tutti, ma adesso serve concentrazione totale verso l’obiettivo scudetto e poi, se tutto va bene, si proverà a crescere anche in Europa, come auspicato da Mister Sarri.
Maurizio Sarri è la nostra ricchezza, è il miglior prosecutore di quel processo di “sdoganamento” del Napoli cominciato da Benitez che oggi rende ammirevole il nostro gioco a pieno organico. Ovviamente, va tenuto conto del fatto che anche Sarri, come Benitez, preferirà andar via in mancanza di un progetto che faccia crescere la squadra dal settore giovanile alla serie A, passando per lo stadio e il centro sportivo, rendendola realmente competitiva anche in Europa. Certo, ci vorrà molto tempo, tanti buoni giocatori, tanti soldi per pagarli e tante buone e concrete ragioni per convincerli. Anche la Rubentus, nonostante abbia fatto tutto questo ormai da anni, ancora non riesce a prevalere in Champions; e il Paris Saint Germain, dopo aver speso l’ira di Dio, anche quest’anno dovrà, con tutta probabilità, dire addio alla competizione con tre turni d’anticipo anziché provare a vincerla così come si prefiggeva.
Concludendo: anche AdL deve cominciare a pensare in grande! Prima si comincia, meglio sarà.
(foto: SkySport)