A.A.A. beni comunali vendesi
Signori, si vende e… a tutti i costi! Il Comune deve far cassa per mettere a posto le “zelle” di un bilancio che fa acqua da ogni parte. E per questo motivo, non c’è più tempo da perdere.
Per la prima volta nella storia del nostro Paese, quindi, il patrimonio comunale viene depauperato per “far soldi”, grazie alla politica dissennata di questa specie di amministrazione: un fenomeno mai verificatosi, neppure nell’epoca in cui, nel 1992, si fu costretti a dichiarare il primo dissesto finanziario. E stavolta si fa sul serio, non come la pagliacciata del Polifunzionale, in cui la vendita fu solo fumo negli occhi per risolvere il problema delle scuole con la Provincia, pur sapendo che la transazione in sé non fosse fattibile a causa della reale indisponibilità del bene: il bando è stato pubblicato e chi può, si sta già attrezzando per partecipare, sebbene i criteri valutativi facciano riflettere non poco sulla congruità dei prezzi posti a base d’asta.
E sebbene, come previsto dalla Legge, sia stato previsto l’esercizio del diritto di prelazione da parte degli attuali occupanti di tali cespiti, è probabile che i funzionari comunali (o chi ha ordinato loro di redigere tali atti) non abbiano tenuto conto di alcuni aspetti che, con tutta probabilità, comporteranno l’annullamento del bando o dell’eventuale aggiudicazione di alcuni degli immobili posti in vendita. Inoltre, come mai si è cominciato proprio da questi e non da altri?
Del resto, un mese passa piuttosto presto e avremo senz’altro modo di appurarlo. Intanto, un’interrogazione non guasta: provvedo!
Ecco, comunque, i cespiti in vendita (per consultare l’intero bando, cliccare qui):