Io posso toccare tutti, ma guai a chi mi tocca!
Ieri nello stato del mio profilo su Facebook, avevo espresso tutta la mia meraviglia sul fatto che la direzione di Teleischia non avesse ancora rivolto alcuna replica a Giovan Giuseppe Mazzella “Mizar”, per le considerazioni espresse sul quotidiano “Il Golfo” di ieri.
In sintesi, cosa disse Mizar? Che da anni non è solito seguire Teleischia, perché a suo dire manca di idee e che il modo di pensare di chi la gestisce è antitetico a quello di chi anela ad essere informato correttamente. E per quanto mi riguarda, se da una parte l’invito di Mizar ai frequentatori della rete a tralasciare la visione di Teleischia può apparire pretenzioso, dall’altra la sua considerazione sul modo anomalo -e talvolta fuorilegge- dell’emittente di “fare informazione” non fa una piega.
La spiegazione ha tardato solo di ventiquattr’ore, forse perché il direttore responsabile di Teleischia ieri mattina era troppo impegnato a cercare l’ennesimo modo per non rispettare la nuova disposizione dell’Autorità Garante per le Telecomunicazioni appena pervenutagli a mezzo fax che gli intimava, entro cinque giorni da ieri, di concedermi i famosi “spazi compensativi” già negati in passato in barba alla delibera di maggio scorso. E con il suo tono notoriamente livoroso (della serie: “Io posso toccare tutti, ma guai a chi mi tocca!“), ci ha regalato il solito pistolotto dal sito teleischia.it in cui non è stato risparmiato anche un riferimento a me.
Doverosa, quindi, la replica rispetto alla nauseabonda autocelebrazione contenuta nel comunicato, che ripeto testualmente: “Senza Teleischia, nonostante si trovi spazio altrove è difficile poter diffondere il proprio pensiero.” Eccomi, quindi, a precisare che Teleischia mente sapendo di mentire. In primis, perché c’è chi come me, pur subendo il negazionismo fuorilegge dell’emittente di Via Casciaro da anni a questa parte, si è tolto la soddisfazione di radicarsi sempre più sul territorio, giungendo sia alla propria rielezione al Comune di Ischia, sia a garantire ai propri candidati alle europee e alle provinciali un cospicuo risultato elettorale sull’Isola. E poi perché, nel caso di Teleischia, ci vuole veramente una bella faccia tosta a prendersela per essere accusati di parzialità e di informazione tutt’altro che completa: lo sanno tutti, ma soprattutto, lo vedono tutti!
Se continuerò ad “interessarmi” a Teleischia non è certo per l’atteggiamento puerile adottato nei miei confronti da chi la conduce e neppure perché temo di perdere visibilità non trovandovi spazio, ma solo per un principio di libertà e rispetto delle regole che nessuno, tanto meno Teleischia, può permettersi di violare a danno del prossimo.
Il direttore di Teleischia, tra una “calata di tapparella” e l’altra, dovrebbe invece ricordare che un mezzo d’informazione (che com’è noto, gode di una concessione governativa e, soprattutto, accede a contributi economici da parte delle Autorità di settore dello Stato) non può e non dev’essere gestito come casa propria, ma deve rispondere a principi deontologici legati all’oggettività e all’obiettività dell’informazione. Altro che pubblicare tutti i comunicati e le interviste agli “amici degli amici” e poi negare lo stesso trattamento a chi non è dalla tua parte: è la Legge a vietarlo!
Mancano quattro giorni all’ora X e, naturalmente, non mi aspetto null’altro di più della noncuranza adottata sino ad oggi. Nel frattempo, il comunicato a firma mia e del collega Giuseppe Di Meglio in merito all’interrogazione sul lavoro nero alle Terme di Ischia -a differenza dell’ultimo comunicato di Ciro Ferrandino- non è stato né pubblicato sul sito, né letto nel Telesera. E sia l’AGCOM, sia il Corecom Campania, lo sanno già! Molto presto, quindi, capiremo se anche stavolta Teleischia e il suo direttore sceglieranno di eludere la Legge, infischiandosene del provvedimento di ieri dell’AGCOM ed esponendosi ad una sanzione ben più salata dei duemila euro della scorsa volta, oppure capiranno di condurre una battaglia onerosa e persa in partenza, rassegnandosi a rispettare anche con me la normativa in materia di par condicio.