Fiero, fuori dal marcio.
Sono stato eletto Consigliere Comunale di minoranza, nel 2007, dopo aver svolto per quattro anni la funzione di Assessore nell’Amministrazione in cui ero stato eletto.
Ho svolto il mio compito con la correttezza e la linearità degne di un ruolo istituzionale conferito dal popolo, cercando di essere propositivo anche quando, sistematicamente, risultava inutile, ma disdegnando ogni forma di pur paventato “inciucio” che snaturasse il mandato ricevuto dalle urne.
Ho subito ritorsioni allucinanti sul piano personale, politico e professionale, di cui ancora oggi pago lo scotto, ma ho avuto le spalle forti, ho tenuto duro e ho difeso e tutelato la mia dignità di uomo, di amministratore pubblico e di professionista.
Ho terminato il mandato consiliare restando al mio posto per l’intero quinquennio, non senza difficoltà, ma con assoluta coerenza, mentre altri preferivano passare dall’altra parte della barricata dando vita al famoso caularone.
Ancora oggi, dopo sei anni, sono fiero della mia scelta di aver lasciato la politica locale. E sono convinto che anche altri, presto o tardi, capiranno che in questo sistema marcio, fortemente sostenuto dalla gente comune di un paese in agonia, non c’è spazio per le persone perbene!
Nuova legge elettorale e al voto.
Cui prodest?
Nei commenti agli eventi politici di ieri pomeriggio, ho notato con dispiacere le osservazioni di amici e conoscenti (non assimilabili alla categoria dei “leoni da tastiera” per le loro conoscenze in campo politico e giuridico e per una formazione culturale indubbiamente superiore alla media) lasciatisi sopraffare dalla passione di parte e improvvisamente ignoranti l’obiettiva realtà dei fatti.
Campionato che va, campionato che viene.
Maurizio Sarri che s’inchina sotto la curva B, le lacrime di Christian Maggio davanti al pubblico che avrebbe voluto onorarlo come avrebbe meritato nella sua probabile “ultima” dopo dieci anni a Napoli, un campionato che finisce con una qualificazione Champions conquistata con larghissimo anticipo, ma con l’amaro in bocca di aver mancato, ancora una volta, quel maledetto obiettivo che stavolta era veramente a portata di mano, oltre a una serie di partenze più o meno certe che stravolgeranno -nel bene o nel male- gli equilibri della squadra verso la prossima stagione.
Facile andare a rispolverare i miei post di inizio campionato e di fine mercato di riparazione, per poi giungere sempre alla stessa, fatidica domanda: quest’anno che in Champions ci siamo già e non abbiamo spareggi da disputare, quanta voglia ha veramente Aurelio De Laurentiis di investire concretamente in un progetto vincente, anziché continuare a galleggiare in quell’orbita europea che garantisce un forte contributo al sanissimo bilancio della società, ma non porta certo a poter competere adeguatamente verso le vittorie finali?
Il campionato 2017-2018 è terminato con questa breve ma efficace sintesi, che ancora una volta ci porta ad un’estate di calciomercato senza particolari certezze; al pari di un futuro che, per chi conosce il modus operandi consolidato dei vertici della nostra squadra del cuore, non lascia presagire granché di diverso da quanto abbiamo già avuto modo di assaporare negli anni precedenti.
Chi vivrà vedrà, amici. Ma d’ora in avanti con i piedi ancor più saldi per terra. Perché non è questo il calcio che ci piace!
(photo: voce.com.ve)
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