E con questo… tacete per sempre!

davide unsi

La scorsa settimana, con un’assoluzione in formula piena (“perché il fatto non sussiste“) si è chiusa l’ultima pendenza di un percorso lungo quasi quindici anni. Un processo di natura edilizia, l’ultimo sostenuto con successo anche grazie alla preziosa e fraterna difesa dell’amico Avv. Bruno Molinaro, in tre lustri in cui ho dovuto pagare il mio impegno pubblico di nove anni (quattro in maggioranza e cinque in minoranza) attraverso le infamie gratuite di pseudo-amici e nemici (rimaste tali, in quanto mai considerate degne di attenzione dalla Magistratura per la loro stessa inconsistenza) e, come in quest’ultimo, misero caso, le speranze di potermi far del male anche nel mio “privato” facendo leva sul mio ruolo pubblico.

Il bilancio di tutto questo percorso si sintetizza brevemente:

Nel pubblico: NON UN SOLO ATTO COMPIUTO NELL’ESERCIZIO DEI MIEI RUOLI PUBBLICI HA MAI SUBITO ALCUN GENERE DI CENSURA DA PARTE DELLA MAGISTRATURA O DELLA CORTE DEI CONTI. FATEVENE UNA RAGIONE!

Nel privato: AL TERMINE DEI VARI PROCESSI, LA MIA CASA E’ STATA RISTRUTTURATA IN PIENA REGOLA. FATEVENE UNA RAGIONE!

Sono lontano dalla politica attiva ischitana ormai da cinque anni. Ma pur riconoscendo che il mio Paese avrebbe tanto bisogno di gente capace e praticante (non predicante) l’onestà, ne sono veramente felice. Alla fine, ogni Paese sceglie gli Amministratori che merita!

Sic transit gloria mundi. 

 

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Referendum, anche ad Ischia
ha vinto solo la gente.

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Ci risvegliamo il giorno dopo il tanto chiacchierato referendum costituzionale, con la schiacciante vittoria del NO, le dimissioni di Matteo Renzi già annunciate e in programma per questo pomeriggio e un Paese pronto (si fa per dire) a decidere con quale sistema elettorale approdare alle ormai inevitabili elezioni politiche di primavera.

Sorprese? No di certo, almeno per quanto mi riguarda. Il 12 novembre avevo scritto su IL DISPARI, a proposito degli Americani che in barba a tutto e tutti avevano pensato e deciso con la loro testa in direzione di Donald Trump, che “succederà anche in Italia, il prossimo 4 dicembre, con la netta affermazione del NO, e non certo per merito di Grillo o Salvini e ponendo fine al mandato “per grazia ricevuta” di Renzi. Magari si svegliasse anche Ischia, a maggio prossimo…

La mia analisi si ferma ad Ischia, in questo caso. Anche qui, nessun politico in carica -né di maggioranza né di minoranza- può vantare diritto alla parola, men che meno accampare meriti o additare demeriti, per il risultato venuto fuori dalle urne, anche in termini di affluenza, nei sei Comuni. Abbiamo assistito ad una campagna elettorale in cui, al di là di pochi incontri indetti da comitati spontanei e dalla partecipazione di Maria Grazia Di Scala al dibattito in quel di Testaccio, nessun eletto ha ritenuto opportuno esporsi tra la propria gente per rappresentare le ragioni dell’una o dell’altra parte. E questo la dice lunga sullo scenario che stiamo per affrontare in vista delle elezioni di maggio.

La vittoria del NO ad Ischia è solo ed esclusivamente della gente comune, quella che ovunque ha potuto -a cominciare dai social network- ha rappresentato con chiarezza, a volte anche con motivazioni confuse ma non per questo meno condivisibili, il proprio orientamento rispetto alla riforma, al Governo e a quanto auspicava per il dopo-voto.

Io spero vivamente che Ischia si sia svegliata sul serio. Ma, ovviamente, non mi illudo.

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Ottobre, si vince in giudizio
su tutti i fronti.

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Ottobre 2016, il mese delle vittorie giudiziarie, per quanto mi riguarda. Nell’edizione di oggi, il quotidiano IL DISPARI ha ampiamente raccontato, dopo la mia piena assoluzione dalle accuse infondate del direttore di Teleischia, Enrico Buono, la sentenza con cui il TAR Campania Napoli ha sbugiardato l’ex vicepresidente del Corecom Campania, Vincenzo Leonardo Todaro (nella foto, difeso dall’avv. Lorenzo Lentini) e le sue accuse di illegittimità della mia elezione in seno al Corecom da parte del Consiglio Regionale della Campania.

La pretesa di Todaro era la classica della serie “Lievete a ‘lloc ca m’aggia mettere io“, cioè che la Regione (anch’essa chiamata in giudizio) avrebbe compiuto valutazioni illegittime sul mio profilo, non avendo eletto lui al mio posto. Chiaramente l’ho sintetizzata, i dettagli potete leggerli da soli, ma il senso è chiaro: Todaro, insieme al suo legale, ha avuto torto ed è stato anche condannato al pagamento delle spese; io e il mio stimato, fidato e capacissimo difensore, l’amico Avv. Bruno Molinaro, così come la Regione Campania, abbiamo avuto ragione e abbiamo vinto, con tanto di riconoscimento ufficiale delle mie competenze, ben degne (a giudizio del collegio giudicante) di farmi ricoprire l’incarico elettivo ricevuto.

E pensare che, a suo tempo, ci fu un consigliere regionale eletto per miracolo da una manciata di voti, tale Francesco Emilio Borrelli, il quale ben pensò, il giorno dopo la sua elezione, di impegnarsi pubblicamente in un’intervista al quotidiano IL GOLFO ad occuparsi prioritariamente della legittimità della mia carica al Corecom. Sto aspettando con ansia da due anni a questa parte, per poi invitarlo ieri pubblicamente sui social network, che egli cominci finalmente le sue attività investigative sul caso, ammesso abbia il fegato di farlo dopo un risultato del genere. Almeno riuscirebbe a “battere un colpo”…

Tanto basta! Ancora una volta, più di sempre, le sentenze non si commentano, si applicano!

Clicca qui per leggere la sentenza completa!

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