Ogni anno, il 2 novembre…
La ricorrenza del 2 novembre (data in cui anche il più incostante o recalcitrante frequentatore di cimiteri sente il dovere di recarvisi) ci pone con forza rispetto a un problema che non può più essere trascurato.
Ormai da anni il cimitero del Comune di Ischia è diventato insufficiente ad accogliere tutti i nostri defunti, vecchi e nuovi. Sì, perché nonostante l’insegnamento della famosa “Livella” di Totò, un distinguo è d’obbligo nell’osservare quanto sta accadendo, con feretri seppelliti lungo i corridoi e visitatori costretti a fare lo slalom tra le tombe per raggiungere il posto dei propri cari.
Nei fatti e con le debite proporzioni, i morti stanno superando i vivi. E che piaccia o no, non c’è più spazio per accoglierli con il criterio utilizzato sino a questo momento.
Nella tanto vituperata Germania di Angela Merkel (e non certo grazie alla cancelliera, considerato che si tratta di norme ben antecedenti il suo mandato), il culto dei morti è regolamentato in modo molto ferreo. Nei cimiteri pubblici (intendo quelli non appartenenti ad istituzioni religiose particolari) non esistono cappelle gentilizie, né edicole; la sepoltura (a prescindere se parliamo di inumazione o tumulazione) è effettuata solo ed esclusivamente nel terreno, indipendentemente dal fatto che la famiglia abbia preferito o meno la cremazione della salma. Una pratica, quest’ultima, che in Germania riguarda la quasi totalità dei casi. Ma la differenza sta nel fatto che, dopo trent’anni, i resti mortali vengono automaticamente rimossi (non so se smaltiti o depositati in fossa comune) e il posto viene liberato per successive sepolture.
Anni or sono, ad Ischia, fu un gruppo guidato da Gianni Vuoso a richiedere con forza la realizzazione di un impianto di cremazione sull’Isola, trovando prima disponibilità e poi opposizione popolare (puntualmente avallata dall’Amministrazione Comunale di turno) in quel di Serrara Fontana. Un’ipotesi, questa, che andrebbe senz’altro ripresa, ma che comunque non risolverebbe il problema, in assenza di un provvedimento congiunto dei sei Sindaci che, se nei loro poteri, dovrebbero in qualche modo trovare un sistema per creare un naturale ricambio nei nostri cimiteri e ridare dignità a tali luoghi, anziché pensare ad ulteriori, dispendiosi ampliamenti che oggi non sarebbero confortati neppure dalla comoda chance dell’esproprio.
Premesso che sia io che mia moglie abbiamo da sempre deciso di essere cremati, credo che l’Isola sia arrivata ad un punto di non ritorno rispetto a tale problema e che le sei amministrazioni, fin quando esisteranno ancora, non potranno continuare a lungo a scappare dalle tombe (pardon… dalle cannucce).
(photo: ischiamondoblog)
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Adieu, Don Louis!
Incontrare Don Luigi Trofa in qualsiasi occasione e sentirti salutare o accogliere con un rituale “Vué, bellezza!” rappresentava un autentico piacere.
Don Luigi resterà per sempre nei miei ricordi per la stima e l’affetto che mi ha dimostrato in tante occasioni, ancorché non fossi appartenente alla sua parrocchia, men che meno un suo alunno delle “medie”. Ma soprattutto, per aver riposto in me la fiducia nel consentirmi, con la nomina a responsabile della commissione per la comunicazione, di offrire il mio modesto contributo -vivendolo da protagonista- al grande evento della Visita Pastorale del Beato Giovanni Paolo II ad Ischia, il 5 maggio 2012. Una firma, la sua, che proprio come il suo autore, porterò sempre nel cuore.
Adieu, Don Louis!
Leggi tuttoEterni ragazzi
Si può ancora “cazzeggiare” quando si è over 40 (e non solo)? Beh, di tanto in tanto non fa certo male.
La foto, benché scattata in bassa e di notte con un semplice cellulare, rende l’idea di questo gruppo di entusiasti adulti, i quali hanno stravinto la caccia al tesoro organizzata da Ellegi Spettacoli e svoltasi domenica scorsa dalle 19.30 all’una di notte.
Un’esperienza simpatica e dura al tempo stesso, dove ciascuno ha dovuto sudare le fatidiche sette camicie per portare a casa un soggiorno di una settimana in pensione completa a Santa Susana (località mondana a 60 km da Barcellona) per tutti i componenti della squadra. Un articolato insieme di prove (quiz, canto e ballo, spot-lampo dalle pose “imbarazzate” ideati e filmati in pieno centro, composizione ed esecuzione di rap in meno di dieci minuti nelle vicinanze di un cimitero, fughe e ricerche da un capo all’altro dell’Isola, castelli di carte da gioco duri da comporre e lasciare in piedi, spirito d’osservazione e riflessione sotto torchio) per poi gioire insieme e, senza troppe pretese, tornare a casa a rimboccare le coperte ai figli, oppure riflettere sulle poche ore di sonno rimaste prima di tornare al lavoro. Così, come se niente fosse.
La felicità è fatta di piccole cose: vero, ragazzi? Spiegatelo alle nuove generazioni. Alla prossima!
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