“Tre bicchieri”, finalmente!
Già diversi anni fa, in una delle nostre tante scorribande venatorie in cerca di beccacce, il mio amico Andrea D’Ambra si lamentava del fatto che “Gambero Rosso” continuava a ignorare la sua pur valida (e io aggiungo pregevole) produzione vinicola ai fini dei rituali riconoscimenti a suon di “bicchieri”. Ciononostante, la mission di Casa D’Ambra non è mai cambiata, anzi, ha mantenuto inalterati i propri standard, assicurando vini sempre migliori.
Oggi, i “tre bicchieri” dedicati al mitico “Biancolella Tenuta Frassitelli 2012” (un vino che delizia palati di tutto il mondo ormai da diversi lustri) sono il giusto premio al coraggio di Andrea, che con la sua famiglia ed un team affiatato onora tra mille sacrifici conditi da passione e professionalità la tradizione ischitana del “nettare di Bacco” e i generosi Eubei, che nel lontano VIII secolo a.C. ci insegnarono quanto di buono ricavabile dall’uva.
Casa D’Ambra, una delle tante eccellenze di quell’Ischia che piace a noi. Bravo, Andrè!
Leggi tuttoCon Lui, oggi il Cielo è più ricco
Non è questa la sede per tessere le lodi del Vescovo d’Ischia “per eccellenza”, quello che passerà alla storia senza il permesso di nessuno e a prescindere dalle parole di circostanza.
In queste poche righe, insieme alla mia famiglia, intendo rendere omaggio all’Uomo, prima che al Pastore, che con il Suo esempio ha fortemente segnato il mio cammino cristiano; e soprattutto, che ha scelto di onorare me ed i miei cari di rispetto ed amicizia sinceri, accompagnandoci con la sua presenza spontanea in tanti momenti importanti.
Grazie, Padre Filippo, della stima e della considerazione che, indegnamente, ci avete sempre concesso. Grazie di aver amato e rispettato Ischia e la sua gente molto di più di tanti Ischitani. Grazie di aver rappresentato per tutti noi un inestimabile dono di Dio, la cui perdita rende la nostra terra più povera ma senz’altro più ricco il Cielo.
Per noi, Filippo “il grande”. Per sempre.
Leggi tutto‘E signure d’agosto: tutto cambia!
Oggi, parlando con un amico, ascoltavo una sua riflessione sul “pubblico d’agosto” qui ad Ischia. Il suo “che schifezz ‘e ggent” è più che condivisibile, ma merita un approfondimento.
Quando ero piccino, ricordo che i grandi incassi del nostro turismo, quelli che ti cambiavano la vita, avvenivano proprio in luglio e agosto. Quest’ultimo mese in particolare, nel pieno rispetto dell’antico aforisma “chi p’aust nun s’è vestut, viern ‘nguoll c’è vvnut“, rappresentava la vera panacea contro gli oltre sei mesi da isolani-semi isolati.
Ma chi erano i protagonisti dei mega-proventi di tutti (bar, ristoranti, nights, taverne, negozi etc.)? Non avevamo certo personaggi del calibro di Carolina di Monaco o di Giorgio Armani (i quali, pur frequentando l’Isola, ben si guardavano dal frequentare le zone di alta ressa). Allora come oggi, erano ‘e signure a darci da vivere. E in quella definizione, era semplicissimo includere di tutto: tanto i posillipini e i vomeresi bene, tanto i contrabbandieri di sigarette, i pregiudicati, i cafoni arricchiti. Persone che in comune non avevano certo il look (voce bassa, dizione ed accenti esasperati, soft walking e puzza sotto il naso per i primi; catenoni e bracciali d’oro su petti e braccia villose, screaming a tutti i costi e rigorosa platealità per i secondi), ma senz’altro l’origine partenopea e i soldi da spendere. E soprattutto, li univa la voglia di far bella figura, concedendosi il meglio spendendo e spandendo sotto gli occhi di tutti, per la gioia di noi Ischitani.
Oggi la matrice dei nostri frequentatori agostani non è cambiata granché. Ma all’impronta cafonal, in un verso e nell’altro, è subentrata la scostumatezza e l’esasperazione di esponenti di nuove generazioni campane, pronti a calpestare, pur di inutilmente emulare, quei valori per i quali il più incallito dei loro predecessori in vacanza ad Ischia sarebbe stato pronto finanche a un regolamento di conti. Il delinquentuccio di quartiere ha preso il posto del boss, ma il suo atteggiamento è tanto inadeguato quanto rivoltante a trecentosessanta gradi, privo di quella discrezione e, soprattutto, quell’autorevolezza che, per chi osserva, va ben oltre il timore della ritorsione, qualunque essa sia.
Difficile immaginare una svolta, di questi tempi, laddove anche il rispetto del Codice della Strada sembra rappresentare una chimera. Un concetto ancor più difficile da digerire, se pensiamo che, con le dovute proporzioni, neppure dai nostri giovanissimi ischitani sembra che possiamo aspettarci granché di buono. Dove arriveremo? Intanto, ad agosto, questa è la vita ad Ischia!
(photo: imperatoreblog)
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