Crisi e delinquenza: l’Isola felice deve svegliarsi!
Diciannove arresti per droga, con l’aggravante dell’associazionismo e del metodo mafioso: una storia che parte da lontano e che, ancora una volta, pone Ischia alla ribalta dei mass media per argomenti tutt’altro che lusinghieri.
E’ d’obbligo qualche riflessione che si allontani dalla mera quanto giusta condanna sociale o dal solito luogo comune che vorrebbe Ischia isola non più tanto felice anche nella considerazione di noi residenti.
Contaminazioni preoccupanti, quelle della delinquenza organizzata partenopea: ma perché oggi attecchiscono così facilmente nel nostro tessuto sociale, a differenza di qualche decennio fa in cui, se vogliamo, camorra e spaccio esistevano già?
Cosa può portare, oggi, persone apparentemente normali, con un background tra l’ordinario e l’insospettabile, a dedicarsi ad attività tutt’altro che affini a tali caratteristiche, mettendo a repentaglio la propria casa, il proprio tempo, la propria vita, instradandosi verso un destino segnato e senza ritorno?
Interrogativi apparentemente difficili da evadere, specie per chi conosce i contesti familiari di alcuni protagonisti di tale vicenda, ma che se vogliamo trovano quale denominatore comune il delicato momento economico che un pò tutti avvertiamo da qualche anno e a cui, in modo estremamente diverso da persona a persona, si riesce a porre contrasto: c’è chi è disposto ad accontentarsi, magari sgobbando più di prima per ottenere molto meno per sé e per i suoi, mentre altri vivono come un sogno quell’insaziabile voglia di “guadagnare facile” (giusto per parafrasare un famoso claim nazionale) che li pone in netta controtendenza alle persone “normali”, sentendosi autorizzati in virtù di certa rischiosa ma affascinante ed apparentemente agevole agiatezza a calpestare famiglia, origini, riconoscenza ed altri analoghi valori e a ritenersi eterni ed intoccabili nel loro nuovo status di piccoli e medi imprenditori del male, pur di non farsi svegliare da un sonno il cui confine con la morte, socialmente parlando, è fin troppo sottile.
Ischia (e quindi TUTTI NOI) ha l’obbligo di svegliarsi, di tenere duro, di smetterla di nascondersi dietro le persiane quando nelle sue strade un pò meno “sotto i riflettori” certe devianze trovano terreno fertile, anche tra la gente più comune; di ampliare il proprio sguardo, lasciando alle spalle la logica del “non sono c…i miei, peggio per loro”: sono la nostra storia, la nostra coscienza, i nostri figli e il loro futuro seriamente a rischio che ci obbligano a farlo!
(foto adnkronos . post scritto in esclusiva per TgIschia.it)