De Siano non propone l’appello contro gli abbattimenti, ma la colpa è… di Berlusconi!

 

Ho letto con piacere il take che annunciava il documento sottoscritto da un folto gruppo di parlamentari campani del PdL, indirizzato al Presidente Berlusconi, affinché vengano ripresi i provvedimenti legislativi fermatisi alla Camera l’estate scorsa e mirati alla sospensione delle demolizioni in Campania sino al 2011.

Con altrettanta -ancorché relativa- sorpresa ho poi notato, tra tutte le firme, l’assenza di Domenico De Siano. Il documento è sottoscritto da soli senatori, è vero. Ma perché, proprio in virtù della presenza di un ischitano alla Camera (che guarda caso, è il ramo del Parlamento che con un golpe da bouvette ha bocciato il decreto antiruspe l’estate scorsa), non si riesce a fare lo stesso anche a Montecitorio? 

Domenico è ben al corrente della problematica in questione e so per certo che, specialmente da quando ha ottenuto lo scranno a Montecitorio, se ne è occupato in prima persona, di certo molto di più di quanto abbia fatto sinora. Ma allora, perché non ha ancora imitato i suoi colleghi di Palazzo Madama, rendendosi promotore di un’analoga iniziativa?

Due sono le interpretazioni possibili: o Domenico non è ancora sufficientemente parte integrante del gruppo parlamentare alla Camera al punto da poter portare avanti un’iniziativa del genere nei confronti degli “onorevoli colleghi”, oppure il suo impegno da Presidente di Commissione in seno al Consiglio Regionale e a quello Provinciale (ometto quello in consiglio comunale a Lacco Ameno) gli ha tuttora impedito di farlo

In ogni caso, la colpa non può e non dev’essere sua (Domenico, come tutti noi comuni mortali, non ha il dono dell’ubiquità): la colpa è solo di Silvio Berlusconi, che da sempre ha permesso allo strapotere dei suoi colonnelli regionali di calpestare le legittime ambizioni di chi ha sempre lavorato nel partito -dando e mai ricevendo nulla se non vane promesse- favorendo così l’accumulo di cariche politiche da parte dei personaggi più vicini al “bottone”.

Il fatto che numerose famiglie stiano già piangendo sulle macerie delle loro uniche case, quando non più tardi di otto mesi fa, in piena campagna elettorale, fu il Premier in persona a garantire che tutto sarebbe andato per il verso giusto, è sintomatico di quanto la legge elettorale vigente abbia allontanato la vera politica dal territorio e le sue reali esigenze. E pensare che ancora oggi, alla vigilia di un’ormai probabile crisi di governo, Berlusconi continua sfacciatamente a sostenere la tesi del “largo ai giovani“.

Non so a Voi, ma a meno di una clamorosa inversione di tendenza, a me il Cavaliere non la dà più a bere.

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