“Guagliù, ma quann criscìt?”
Oddio, quant’è difficile rispettare i famosi criteri legati all’obiettività ed oggettività dell’informazione, quelli che chiunque mastichi i “fondamentali” del giornalismo sarebbe tenuto ad osservare scrupolosamente, quando scrive, nel rispetto dei Lettori…
Questo genere di considerazione, nell’ambito di un piccolo centro, viene ulteriormente avvalorata allorquando le più stupide beghe di paese accecano la lucidità del giornalista (o pseudo-tale), che proprio non riesce a resistere rispetto alla ghiotta ma sterile occasione di attaccare il fantomatico nemico di turno.
La trattazione da parte del quotidiano “Il Golfo” (a mio avviso tutt’altro che rispettosa della realtà) della notizia relativa alla mia posizione al Co.Re.Com. ha avuto nei miei confronti un notevole potere: è riuscita, dopo una prima replica, a farmi intendere che talvolta è del tutto inutile tentare di rispettare le persone o controbattervi, quando molte di loro, nate tonde, non potranno che morire tali, impossibilitate in maniera congenita a cambiar forma e -peggio ancora- sostanza.
Il quotidiano fondato dal mio fraterno e compianto amico Domenico Di Meglio, nonostante i contenuti e la grafica siano a mio avviso sensibilmente scaduti con l’ultima gestione, vanta ancora un certo numero di acquirenti abitudinari (la differenza con gli affezionati salta agli occhi), cui si aggiunge la logica del “pago uno, compro quattro o cinque” che di questi tempi rende più che mai. Alcuni di essi, in contesti diversi, hanno provato a chiedermi: “Ma perché IL GOLFO ce l’ha con Te?“. A tutti, purtroppo, non ho saputo rispondere, anche perché mi rifiuto di pensare che, se così fosse, l’unica motivazione possibile sarebbe quella che scrivo con IL DISPARI. No, per favore…
Da tali colloqui ho scoperto altresì che in effetti i Lettori del quotidiano locale sono più attenti di quanto non immaginassi. E’ vero, non c’era bisogno di un avvocato amministrativista per accorgersi che la tesi secondo cui l’istanza di sospensiva contro l’elezione che mi riguarda sia stata ritirata perché venuta meno l’esigenza cautelare, essendosi insediato il Comitato, fosse una “fregnaccia”. Tutti ricorderanno che il buon Lino Zaccaria, attuale Presidente, insieme ai suoi componenti pro tempore, fu mandato a casa dal TAR Campania nel 2011 nonostante il Corecom fosse in pienissima attività. Così come è chiaro a tutti che in quel caso, a differenza di quello che mi riguarda, le motivazioni fossero estremamente fondate. Ma questo, purtroppo, agli amici (?) del Golfo nessuno lo avrà riferito. Prendiamola così!
Ai miei amici veri, invece, unitamente agli estimatori che mi riconoscono i meriti e i titoli per essere assurto a questo importante incarico, colgo l’occasione per inviare un messaggio di grande serenità: tranquilli, resterò al mio posto e non ci sarà discussione nel merito che tenga. La Legge parla chiaro e noi tre (il presidente Zaccaria, il collega Francesco D’Ippolito ed io), per buona pace dei detrattori, tirapiedi ed invidiosi di turno, continueremo a lavorare con assiduità e professionalità per migliorare un organismo di fondamentale importanza per il settore delle comunicazioni in Campania.
E a quelli che continuano a tentare (invano) di infangare chi, ingratamente, viene additato come uno che “sta a chellata part“, rispondo senza alcun timore ed altrettanto rancore: “Guagliù, ma quann criscìt?”