Una class action per la Festa di Sant’Anna: io ci sto!

L’evento più importante dell’Isola ha subito quest’anno una notevole mortificazione sul piano organizzativo, a causa delle azioni del tutto sconclusionate da parte dell’amministrazione guidata da Giosi Ferrandino e Luigi Boccanfuso. Vi sono posizioni debitorie importanti e senza precedenti che risalgono all’edizione 2010 e che al momento sono state sensibilmente incrementate dall’edizione appena trascorsa; e a mio avviso c’è più di un semplice timore che la vita della Festa sia seriamente a rischio.

Penso che indipendentemente da chi, il prossimo anno, sarà preposto per conto del Comune a decidere in merito alle sorti dell’evento più importante dell’Isola, tutti i veri appassionati della Festa di Sant’Anna (Geppino Cuomo, Lello Postiglione, Giovanni D’Amico, Luca Mazzella, i Sorrentino, gli amici del Largo dei Naviganti, gli appassionati costruttori di Ischia e degli altri Comuni, gli Ischitani tutti e quanti altri con i quali mi scuso sin da ora di averli involontariamente omessi da questo breve elenco) dovrebbero cominciare sin da ora un ragionamento serio e professionale per dettare le regole in vista dell’ottantesima edizione della Festa, coinvolgendo appieno le associazioni, la Chiesa locale, qualche sponsor importante e soprattutto i giovani, che devono rappresentare il futuro della Festa di Sant’Anna.

Oggi, ciò che serve è una sorta di class action a tutela di un evento che supera i settant’anni di storia e che non può e non deve più dipendere esclusivamente dalla volontà politica. Chiunque a maggio sarà eletto al Comune, dinanzi a un programma serio e rispettoso di tutto e tutti, tradizione in primis, non potrà che prenderne atto. Diversamente, visti i tempi, temo che dal 2012 questo clima di assoluta improvvisazione dell’ultim’ora non basterà più.

(photo: Giorgio Di Iorio)

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Prima le casse comunali o la salute dei cittadini? Chiedetelo a Giosi!

Da Assessore al Comune di Ischia, dal 2002 al 2006 (a dire il vero, anche prima di essere eletto, da semplice cittadino),  mi battei contro l’installazione sul territorio comunale di nuovi ripetitori di telefonia mobile. Fu proprio il mio impegno, sostenuto da numerosi cittadini della zona, ad impedire la realizzazione di un impianto del genere in quel del Soronzano, in proprietà privata. E per coerenza, poco tempo dopo, concordai con i miei familiari di rifiutare una cospicua offerta della Wind per installarne uno sul tetto della nostra proprietà.

Ecco la differenza tra chi, pur contro i propri interessi, riesce a tenere in debito conto la salute pubblica e chi, come Giosi Ferrandino e i suoi sette assessori, pur di raggranellare quattrini per tentare inutilmente di sanare le casse comunali del tutto disastrate dopo quattro anni dei loro assurdi sprechi,  è pronto a disseminare sul territorio (finanche sulla Torre di Guevara) una serie di ripetitori telefonici da 30.000 euro di fitto lordo l’anno. Andate sul sito del Comune di Ischia a vedere la delibera 85/2011 o, se Vi è più semplice, fateVi una passeggiata a Cartaromana o a Fondo Bosso, dove allo stadio Mazzella i lavori sono tuttora in corso.

Tra meno di un anno sarà tempo di ricordarsi di tutte queste “chicche”. Io intanto ho presentato un’interrogazione, inviata anche all’ARPAC (l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), per sapere che genere di autorizzazioni e pareri hanno consentito questo genere di installazione.

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Com’è bugiardo Giosi… ma chi gli crede più?

7 luglio, relazione del sindaco Giosi Ferrandino in Consiglio Comunale sul bilancio di previsione (visto che trattiene anche la delega al bilancio, ne ha facoltà): “Abbiamo rispettato l’impegno di chiudere tutti i cantieri dei lavori pubblici entro Pasqua!

Questa balla clamorosa, ennesimo inutile tentativo di prendere in giro gli Ischitani (e forse anche sé stesso), è facilmente smascherabile dalla foto che ho scattato stamani: il 28 luglio il cantiere per il rifacimento dei marciapiedi in Via Acquedotto è ancora in piena attività, rendendo un’arteria così importante a senso unico di marcia in periodo di fortissima affluenza turistica. E come se non bastasse, sul Lungomare Cristoforo Colombo, i lavori in corso ai campi da tennis del Lido lasciano in bella mostra una rudimentale ed antiestetica recinzione che impedisce finanche la vista del mare.

E’ proprio il caso di dire: “Canta capone, ca Natale pure vene!

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