Ischia, la crisi, le soluzioni
Girando per lavoro e per diletto tra alberghi, ristoranti e negozi della nostra Isola noto sempre più un forte distinguo tra chi continua ad avere l’abitudine di piangersi addosso per via della crisi e chi, invece, ha preferito rimboccarsi le maniche ed investire nella propria attività per reggere il peso di questo momentaccio, in cui anche il mantenimento delle vecchie quote di mercato può essere senz’altro considerato un risultato superlativo.
Mi continuo a dannare sull’incapacità di gran parte dell’imprenditoria ischitana di analizzare ed affrontare in modo adeguato le esigenze delle proprie aziende, aspettando sempre l’aiutino istituzionale o -peggio ancora- la soluzione illuminante del colonizzatore di turno, quando a mio avviso abbiamo già ad Ischia le intelligenze e le potenzialità per cavarcela più che bene con le nostre forze.
Nel mio 4WARD di giovedì prossimo, su ILDISPARI/TGISCHIA.IT, parlerò proprio di questo, in maniera senz’altro più approfondita. Leggetemi, se vi va!
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Internet, informazione, opinione: attenti!
Sono sempre molto attento alle indagini del Censis, in particolare quelle che riguardano il settore della comunicazione e dell’informazione. Dopo il consueto rapporto annuale, che ha sancito a tutti gli effetti l’ingresso nella cosiddetta “era biomediatica”, ecco la sintesi di un’importante giornata di lavoro svoltasi nei giorni scorsi a Roma proprio sul tema della centralità dell’opinione e sul rischio che la possibilità di conformare l’informazione sempre più a proprio piacimento, allontani gradualmente l’individuo da realtà, obiettività ed oggettività nel valutare ciò che gli accade intorno, rischiando di ristagnare pericolosamente nel solipsismo di internet e nell’autoreferenzialità. Una serie di valutazioni che tutti, in particolare i genitori, dovrebbero compiere, prima di fidarsi ciecamente del rapporto con i nuovi media.
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Leggi tuttoA fuoco lento, senz’alcuna reazione
Sono innatamente ottimista, ma questo continuo inneggiare al lavoro quale unica strada da perseguire per uscire dal tunnel della crisi (appello particolarmente ricorrente nel suo mandato da parte del Presidente del Consiglio in carica Enrico Letta) sembra quasi una sorta di canto del cigno, una nena a cui ci stiamo pericolosamente abituando.
Tutti, ovunque nel Bel Paese, continuiamo a subire di tutto, a sopportare i sacrifici più ardui, senza mostrare il benché minimo senso critico. Per molto meno (rincaro dei trasporti pubblici), gli studenti brasiliani stanno mettendo sottosopra un Paese intero, subendo le cariche violente dei corpi speciali della polizia carioca.
L’Italia, grande paese di santi ed eroi, non sembra ancora pronta a mostrare la sua giusta reattività rispetto a un periodo difficile che sta durando ormai da troppi anni. L’impressione è quella che, chiacchiere a parte, mentre l’agonia della Grecia è stata a dir poco fulminante, quella di casa nostra ci sta consumando tutti a fuoco lento, con una sofferenza lunga e lieve che tuttora non sappiamo quando e come mostrerà il suo epilogo.
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