Trasporti marittimi: De Siano apre all’imprenditoria ischitana
Non sono tanto d’accordo sul fatto che il “privato” debba sopperire con le proprie forze alle mancanze del “pubblico”. Ma credo che l’apertura dell’altroieri mattina ad opera di Domenico De Siano, nell’ambito del convegno sui trasporti a Lacco Ameno, rappresenti un’occasione storica (e probabilmente l’unica) per contrastare finalmente in modo concreto lo strapotere dell’armamento privato nel Golfo di Napoli.
Domenico ha parlato della possibilità (già concordata con l’Assessore Vetrella) di affidare a nuove forze imprenditoriali il terzo pontile presente a Mergellina, della chance di partecipare alla privatizzazione della Caremar (il cui 49% otterrà anche la gestione della Compagnia) e, in altre parole, ha esortato le forze economiche dell’Isola ad uscire allo scoperto e dimostrare di saper fare impresa anche in modo differenziato.
Auspico quindi che tutti i principali imprenditori dell’Isola, dai Di Meglio ai Leonessa, dai Lombardi ai De Siano, a chiunque altro abbia volontà di partecipare a questo importante progetto in relazione alle proprie forze, muovano sin da ora i primi passi per dire basta allo strapotere dei soliti noti.
Che Vi piaccia o no, trasporti, ambiente e traffico sono i punti cardine della ripresa del nostro sistema turistico. Diamoci da fare!
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Comune Unico, se Domenico vuole…
Il dato inequivocabile di questo referendum sul Comune Unico è costituito a mio avviso da due fattori pregnanti. Il primo: la gente si è rotta le scatole di votare continuamente, dimostrando tutta la propria disaffezione verso la politica anche rispetto a scelte decisamente epocali, come quella dell’unificazione dei nostri sei Comuni. Le percentuali ottenute sull’Isola d’Ischia, compiendo le debite proporzioni, sono perfettamente in linea con quanto accaduto al secondo turno delle ultime amministrative di Napoli (dove è stato eletto con un’affluenza di poco superiore al 50% un sindaco alternativo agli schemi partitici che contano) e alle regionali dello scorso anno (quando l’era bassoliniana tanto contestata si chiuse a favore di Caldoro con percentuali più o meno analoghe). In questo modo, passa elegantemente in secondo piano quell’immancabile dose di insensibilità sociale dei nostri Concittadini rispetto a quelle decisioni che pur mettendoli nelle condizioni di essere protagonisti, scegliendo liberamente il proprio futuro, li vedono distinti e distanti da qualsiasi presa di posizione che non riguardi strettamente i c…i loro. Un aspetto, questo, che con grande obiettività e fregandomene dell’impopolarità, non mi sento di sottacere.
A questo tipo di analisi (che la dice lunga sull’obiettività del sindaco d’Ischia, Giosi Ferrandino, pronto a propinare artatamente una lettura positiva per l’operato delle amministrazioni comunali in carica), sfuggita un po’ a tutti i commenti che ho sentito e letto prima di scrivere questo intervento, va aggiunta quale secondo fattore un’indiscutibile disinformazione e confusione dell’elettorato, sia rispetto ai contenuti referendari, sia per l’inutile e dispendioso dualismo che li porterà a votare due settimane di fila e che -sono convinto- causerà anche la scarsa affluenza dalle nostre parti ai referendum abrogativi del 12 e 13 giugno.
I risultati delle urne non mi sorprendono e, in tutta onestà, non mi appassionano neppure! Nel mio piccolo ho coinvolto verso il voto amici, conoscenti e simpatizzanti su tutto il territorio isolano con tutte le iniziative a mia disposizione, pur convinto che non si sarebbe raggiunto il quorum ma altrettanto sicuro che chi si fosse recato a votare lo avrebbe fatto con nettissima prevalenza per il SI’ al Comune Unico. Sono invece tuttora appassionato dalla questione legata alla funzione consultiva del referendum e, in particolare, al tanto chiacchierato quorum: quello che, dopo l’insuccesso del noto ricorso al TAR, ha tramutato magicamente il Fronte Isolano del NO in Fronte dell’Astensionismo.
Ho sentito su questo punto alcuni autorevoli amici giuristi e la maggior parte di essi sostiene che la Regione Campania sia titolata a decidere liberamente sull’eventuale promulgazione della Legge, senza tener conto del mancato raggiungimento del quorum, essendo stato soddisfatto in ogni caso il requisito di “sentire le popolazioni interessate”.
A mio avviso, se questa tesi fosse supportata anche da inevitabili pareri legali di cui la Giunta Regionale dovrà dotarsi presso la propria Avvocatura, la speranza dell’Isola è legata esclusivamente al più antico concetto di democrazia rappresentativa: la decisione di chi è titolato a legiferare in materia. In altre parole, per quanto mi riguarda, leggasi Domenico De Siano in primis! Credo che in questo momento, unitamente ad Angelo Marino (che va ricordato, è il protagonista dell’avvento del referendum, tanto chiacchierato e mai concesso nei dieci anni targati Bassolino) e ai rappresentanti di tutti i partiti di maggioranza e minoranza che, all’unanimità, consentirono con il loro voto di portarci a questo importante risultato, il Consigliere Regionale dell’Isola d’Ischia abbia la concreta possibilità di prendere ancora una volta le distanze da chi, in questa competizione, ha preferito astenersi (e forse far astenere) dalla lotta per far votare, in una direzione o nell’altra, in materia di Comune Unico.
De Siano, che piaccia o no, in questa campagna referendaria ci ha messo –come ricordato da molti- la faccia, la firma e (cosa più importante) quei quattrini senza i quali, ahimé, non si cantano messe e non si informano gli elettori. Un limite, questo, di cui erano ben consapevoli i lodevolissimi ragazzi di Facebook, cuore pulsante della promozione del SI’ in rete; al pari di quanto lo fossero i rappresentanti dell’ACUII, un sodalizio che dopo l’immatura scomparsa del suo presidente Nello Mazzella ha letteralmente perso la bussola, nonostante gli sforzi impagabili di Gianni Vuoso; così come lo sapeva bene qualche imprenditore ex politico di rango, dalle mani notoriamente canguresche, che dopo una riunione alla sua Corte in cui propose di stanziare un budget di diecimila euro per la promozione del SI’ (prontamente ribattuto dal neo-assessore arraffone che ne richiese, da “esperto”, almeno 60/70.000), preferì poi rifugiarsi in una sparuta e frugale presenza legata a un manifesto ittero e semi-illeggibile, con tanto di pubblicità di una delle sue vacue quanto incomprensibili iniziative imprenditoriali.
Dopo il risultato di questo referendum, Domenico De Siano (che di certo abbisogna delle mie lodi al pari di quanto non abbisognò lo scorso anno dei miei voti, andati com’è noto ad altro candidato) ha l’occasione di utilizzare al meglio -almeno stavolta- il proprio ruolo di referente del Presidente Caldoro sull’Isola d’Ischia per prendere fortemente le distanze da tutte le amebe politiche di casa nostra. Quelle che, favorevoli sulla carta al Comune Unico, hanno invece preferito tacere per attendere i risultati di oggi senza scontentare i contrari delle proprie coalizioni dall’equilibrio semi-salivare.
Trovo, in definitiva, che Domenico De Siano oggi rappresenti l’unica, vera speranza che all’insipienza della pseudo-classe dirigente che ci ritroviamo nei sei Comuni e alle divisioni ed insuccessi “moltiplicato 6” di cui questa è causa indiscussa, si contrapponga una scelta di maturità politica e sociale che veda nel cambiamento la speranza di una ripresa generale della nostra Isola, all’insegna di quell’unità d’intenti che, purtroppo, non ci è mai appartenuta. Una scelta che surroghi anche l’incapacità reattiva della nostra gente, abilissima solo a lamentarsi in stile “Piove, Governo ladro” ma tutt’altro che pronta a decidere con maturità e senza indugi quando è chiamata a farlo, preferendo invece “chiamarsi fuori”.
Ecco, non attraverso un semplice atto d’imperio, ma proprio come il buon padre di famiglia che decide per i propri figli in età non matura, auspico che Domenico De Siano possa, insieme a tutto il Consiglio e la Giunta Regionale, rendersi artefice di una scelta assolutamente indifferibile della cui positività il tempo gli darà atto e gli Ischitani, favorevoli o contrari al Comune Unico, un giorno gli renderanno merito.
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De Siano “sgancia” 200.000 euro: la Festa di Sant’Anna e Boccanfuso sono salvi!
Che Giosi Ferrandino sia fortunato lo abbiamo sempre detto; ma che la sua fortuna (e soprattutto, la sua capacità di “intessere rapporti”, diciamo così) debba rappresentare l’ancora di salvezza di alcuni dei suoi più discutibili uomini, onestamente fa un pò rabbia.
Grazie all’intervento di Domenico De Siano in Regione (con la solita longa manus di Lello Postiglione, uno che quell’evento ce l’ha veramente nel sangue), la Festa di Sant’Anna 2011 ha ottenuto un finanziamento di 200.000 euro dalla prima finanziaria dell’era Caldoro. Nella sua storia, accadde solo all’epoca in cui, con Peppe Brandi Sindaco e chi Vi scrive Assessore al Turismo, che l’evento più importante dell’Isola abbia ottenuto un finanziamento di tale portata, convincendo peraltro l’allora Assessore Regionale Teresa Armato ad impegnarsi pubblicamente nel corso della serata -rispettando poi l’impegno, va detto- ad inserire la nostra Festa tra i pochissimi “grandi eventi” della Campania.
Chi gongola di tutto ciò? Uno per tutti: Luigi Boccanfuso. Solo il 18 novembre scorso, infatti, l’assessore al turismo dai frequenti interventi a sproposito dichiarò che “la Festa di Sant’Anna è a rischio per mancanza fondi“, rilevando che il Comune da solo non poteva sostenere il budget da 220.000 euro necessario per la sua organizzazione. Adesso, non certo per merito di Boccanfuso, il problema è risolto e la fallimentare gestione del turismo al Comune di Ischia evita di inanellare l’ennesima figurella di questi ultimi quattro anni.
Un finanziamento che, insieme alla capacità di De Siano di guardare in questa occasione oltre gli steccati dell’appartenenza politica ragionando in maniera globale, salva la nostra amata Festa e, purtroppo, anche il tracollo definitivo del protagonista indiscusso di una gestione del turismo assolutamente fallimentare.
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