De Siano “sgancia” 200.000 euro: la Festa di Sant’Anna e Boccanfuso sono salvi!
Che Giosi Ferrandino sia fortunato lo abbiamo sempre detto; ma che la sua fortuna (e soprattutto, la sua capacità di “intessere rapporti”, diciamo così) debba rappresentare l’ancora di salvezza di alcuni dei suoi più discutibili uomini, onestamente fa un pò rabbia.
Grazie all’intervento di Domenico De Siano in Regione (con la solita longa manus di Lello Postiglione, uno che quell’evento ce l’ha veramente nel sangue), la Festa di Sant’Anna 2011 ha ottenuto un finanziamento di 200.000 euro dalla prima finanziaria dell’era Caldoro. Nella sua storia, accadde solo all’epoca in cui, con Peppe Brandi Sindaco e chi Vi scrive Assessore al Turismo, che l’evento più importante dell’Isola abbia ottenuto un finanziamento di tale portata, convincendo peraltro l’allora Assessore Regionale Teresa Armato ad impegnarsi pubblicamente nel corso della serata -rispettando poi l’impegno, va detto- ad inserire la nostra Festa tra i pochissimi “grandi eventi” della Campania.
Chi gongola di tutto ciò? Uno per tutti: Luigi Boccanfuso. Solo il 18 novembre scorso, infatti, l’assessore al turismo dai frequenti interventi a sproposito dichiarò che “la Festa di Sant’Anna è a rischio per mancanza fondi“, rilevando che il Comune da solo non poteva sostenere il budget da 220.000 euro necessario per la sua organizzazione. Adesso, non certo per merito di Boccanfuso, il problema è risolto e la fallimentare gestione del turismo al Comune di Ischia evita di inanellare l’ennesima figurella di questi ultimi quattro anni.
Un finanziamento che, insieme alla capacità di De Siano di guardare in questa occasione oltre gli steccati dell’appartenenza politica ragionando in maniera globale, salva la nostra amata Festa e, purtroppo, anche il tracollo definitivo del protagonista indiscusso di una gestione del turismo assolutamente fallimentare.
Leggi tuttoRispetto degli impegni? Non per questa maggioranza!
Ecco di seguito il mio articolo pubblicato questa mattina dal quotidiano “Il Golfo” a pagina 13.
De Siano non propone l’appello contro gli abbattimenti, ma la colpa è… di Berlusconi!
Ho letto con piacere il take che annunciava il documento sottoscritto da un folto gruppo di parlamentari campani del PdL, indirizzato al Presidente Berlusconi, affinché vengano ripresi i provvedimenti legislativi fermatisi alla Camera l’estate scorsa e mirati alla sospensione delle demolizioni in Campania sino al 2011.
Con altrettanta -ancorché relativa- sorpresa ho poi notato, tra tutte le firme, l’assenza di Domenico De Siano. Il documento è sottoscritto da soli senatori, è vero. Ma perché, proprio in virtù della presenza di un ischitano alla Camera (che guarda caso, è il ramo del Parlamento che con un golpe da bouvette ha bocciato il decreto antiruspe l’estate scorsa), non si riesce a fare lo stesso anche a Montecitorio?
Domenico è ben al corrente della problematica in questione e so per certo che, specialmente da quando ha ottenuto lo scranno a Montecitorio, se ne è occupato in prima persona, di certo molto di più di quanto abbia fatto sinora. Ma allora, perché non ha ancora imitato i suoi colleghi di Palazzo Madama, rendendosi promotore di un’analoga iniziativa?
Due sono le interpretazioni possibili: o Domenico non è ancora sufficientemente parte integrante del gruppo parlamentare alla Camera al punto da poter portare avanti un’iniziativa del genere nei confronti degli “onorevoli colleghi”, oppure il suo impegno da Presidente di Commissione in seno al Consiglio Regionale e a quello Provinciale (ometto quello in consiglio comunale a Lacco Ameno) gli ha tuttora impedito di farlo
In ogni caso, la colpa non può e non dev’essere sua (Domenico, come tutti noi comuni mortali, non ha il dono dell’ubiquità): la colpa è solo di Silvio Berlusconi, che da sempre ha permesso allo strapotere dei suoi colonnelli regionali di calpestare le legittime ambizioni di chi ha sempre lavorato nel partito -dando e mai ricevendo nulla se non vane promesse- favorendo così l’accumulo di cariche politiche da parte dei personaggi più vicini al “bottone”.
Il fatto che numerose famiglie stiano già piangendo sulle macerie delle loro uniche case, quando non più tardi di otto mesi fa, in piena campagna elettorale, fu il Premier in persona a garantire che tutto sarebbe andato per il verso giusto, è sintomatico di quanto la legge elettorale vigente abbia allontanato la vera politica dal territorio e le sue reali esigenze. E pensare che ancora oggi, alla vigilia di un’ormai probabile crisi di governo, Berlusconi continua sfacciatamente a sostenere la tesi del “largo ai giovani“.
Non so a Voi, ma a meno di una clamorosa inversione di tendenza, a me il Cavaliere non la dà più a bere.
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