Sono stato di parola, non sono candidato!
Se la gente comune si allontana sempre più dalla politica è anche perché, tra i politici, la coerenza è un valore sempre più raro. Ecco perché ci sono momenti nella vita in cui, pur andando contro il proprio istinto, un uomo deve aver rispetto di sé stesso e del prossimo nel compiere scelte difficili ma che, alla lunga, ne rafforzano la credibilità e l’integrità.
Dopo le elezioni del 2007, che contro le nefaste previsioni dei soliti “tirachiodi” mi videro ancora una volta confermato a pienissimi voti in consiglio comunale, chiarii a tutti –pubblicamente e privatamente- che la mia esperienza politica locale, in futuro, avrebbe potuto vedermi presente solo ed esclusivamente quale candidato Sindaco, in un progetto che mi consentisse di scegliere accuratamente la “compagnia” e di attuare un programma realmente utile per Ischia. E aggiunsi che se non si fosse verificata tale condizione, non sarei stato della partita.
Oggi sono in tanti ad aprire la bocca per dar fiato ai denti, dilettandosi sul mio conto con conclusioni del tipo “E’ stato ricattato!” oppure “Aveva paura di non essere eletto!”. La verità è che, spesso, le amnesie (specie per un popolo sempre più distratto dagli aspetti importanti della politica, a vantaggio del pettegolezzo, della cattiveria spicciola e degli affari propri) sono il mezzo più comodo per avvalorare teorie prive di ogni fondamento e, ingratamente, fare di tutt’erba un fascio; un po’ come quando si dice “La politica è sporca e i politici sono tutti ladri!”: la gran signora delle frasi fatte.
Ma se la rara coerenza di cui in premessa, per certi versi, legittima certe conclusioni, non è neppure giusto essere considerati tutti allo stesso modo. Come dire, “simm tutt purtuàll”, per mutuare una famosa barzelletta. Il mio caso, per quanto raro, è il più semplice del mondo: lo avevo detto cinque anni fa e, come sono solito fare nella vita, nella massima coerenza, ho mantenuto la parola! Sì, avete letto bene, LA PAROLA, quella che condita dall’onore è ormai merce introvabile, ma che per me è il sale della vita. Una merce ormai fuori produzione in quei politici locali che aggrappati ai ruoli e ai piccoli privilegi di paese, senza i quali non godrebbero di uno status sociale ben definito (specialmente sul piano professionale), cominciano oggi i loro trenta giorni in cui si ripropongono per l’ennesima volta al giudizio degli Elettori; e nel caso di quei miei ex colleghi di minoranza, hanno letteralmente cancellato la propria identità e dignità politica in un’azione trasformistica che li ha visti saltare sul carro del potere temporale (non del vincitore, badate bene), assimilandosi indiscriminatamente a noti traditori e saltafossi pur di completare le liste. Una scelta, questa, che in un Paese con la P maiuscola dovrebbe punirli inesorabilmente, ma che a meno di clamorose sorprese (quanto sarei felice di sbagliarmi…) darà loro ragione ancora una volta.
Sia quindi chiaro: Davide Conte resta tra i grandi assenti di questa campagna elettorale per scelta di uomo libero e coerente, non certo per costrizione da parte di alcuno, nella piena consapevolezza che gli amici non si contano, ma in politica come nella vita possono sempre contare l’uno sull’altro e indipendentemente dai ruoli rivestiti. I miei amici e tutti coloro ai quali sono grato, dal ’98 ad oggi, di avermi onorato di poter essere “la loro voce”, politicamente parlando, sanno che per loro come per chiunque altro ne abbia bisogno, le mie porte resteranno più aperte di sempre, anche senza voto. In altre parole, sono ben felice di aver sempre interpretato la politica in modo diverso, nella piena consapevolezza di vivere d’altro e di poterne fare a meno in qualsiasi momento, specie qualora mi avesse chiesto di scendere a patti con il mio modo di essere e con i miei principi. E se per i “più” questa non è politica, beh…sono orgoglioso di essere sempre stato “un’altra cosa”.
Alla mia/nostra Ischia, che ritengo di aver servito per nove anni consecutivi con amore, dedizione, impegno e soprattutto onestà e a cui tocca l’indifferibile compito di uscire dal guado degli atavici problemi in materia di finanze, traffico, rifiuti, trasporti, ambiente e territorio, aggravati fortemente dagli irresponsabili vecchi e nuovi che hanno fatto finta di governare in questi ultimi cinque anni, auguro che il 7 maggio possa finalmente ottenere dal responso delle urne la guida giusta; ma al tempo stesso, auspico che quella guida, la nostra gente sappia conquistarsela in modo lucido, obiettivo e responsabile, dando al proprio consenso il peso e l’importanza che merita.
Leggi tuttoValium per tutti: e il Paese “ce va pe’ssott”
La politica al “Valium” di Giosi Ferrandino ha ormai contagiato l’intero Comune di Ischia. Oggi, nell’andare a comprare un panino, la salumiera mi chiedeva: “Dottò, ma chist ann pe ll’elezion nun se sent proprio nient. Ma quanta ‘llist ce stann? Chi è u’sinnec?“. La disinformazione impera in un elettorato sempre più disorientato e pronto ancora una volta ad accodarsi al più forte, tentando di spuntare nel modo migliore i “cazzetti” propri, senza tener conto dei tantissimi inganni di un sindaco che ha messo il Paese sotto i piedi, lasciandolo sprofondare in un mare di debiti e pronto ad abbandonarlo, l’anno prossimo, in cambio di un posto in Parlamento.
Chi è responsabile di tutto ciò? Certamente gli addetti ai lavori! Tutti, chi più chi meno, hanno contribuito in modo inequivocabile ad aiutare Giosi Ferrandino, Domenico De Siano e il loro pastrocchio PD-PDL ad avere terreno sempre più fertile, giungendo ancora una volta a tredici giorni dalla presentazione delle liste senza un’alternativa chiara, forte e soprattutto ben nota all’elettorato per tentare di dire basta ai cinque, disastrosi anni dell’amministrazione uscente.
Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso? Onestamente, non mi sento minimamente responsabile di tutto ciò: ho fatto il mio dovere per altri cinque anni, il resto è sotto gli occhi di tutti!
Leggi tuttoIl dopo-Berlusconi non è mai iniziato
Il vero fallimento che da tempi non sospetti imputo a Silvio Berlusconi non è certo legato alle sue vicende personali e pseudo-sentimentali (queste ultime pur biasimabili, se vogliamo, quando fanno assurgere agli onori della cronaca la quarta carica dello Stato), ma è quello di non essere riuscito nell’intento di sburocratizzare il Paese, con le tanto sbandierate e auspicate riforme epocali che furono alla base della rivoluzione liberale lanciata nel ’94 con Forza Italia.
Dopo aver pagato la sua miriade di errori con la caduta da Premier, il Cavaliere aveva fatto illudere i suoi detrattori -e anche gli scontenti come me- sul possibile inizio di un nuovo corso, diffusamente riconosciuto nell’inizio del mandato del suo successore. Ma sappiamo tutti benissimo che se Mario Monti sta governando, lo deve solo ed esclusivamente al sostegno del PdL; ed è quindi legittimo pensare che il tutto passi per una serie di interminabili compromessi in cui, looking forward the rassemblement tra PdL e terzo polo sotto il segno di Angelino Alfano, si stia consentendo a Monti di metter mano a quegli interventi impediti alla maggioranza di centrodestra dallo stramaledetto rischio impopolarità, garantendo a Berlusconi di mantenere lo status quo su alcune questioni di fondamentale importanza non per il Paese, ma per sé e la sua erigenda coalizione.
Qualcuno si illude che Monti sarà il prossimo candidato al Quirinale 2013 (sarebbe, la sua, una carriera politica fulminante, non trovate?); io credo che il dopo-Berlusconi non sia mai iniziato e, con questi “chiari di luna”, vedrà la luce solo quando il Buon Dio lo deciderà. Intanto, prepariamoci ad un imminente ritorno al Mattarellum (quindi, collegi più ampi e listino a tre), agli amori vecchi e nuovi e… al ritorno di Silvio. Che in fondo in fondo, non se n’è mai andato. Anzi, per me (e non lo dico con gioia) punta al Colle più che mai, per buona pace di tutti gli alleati, vecchi e nuovi.
Fantapolitica? Ne riparleremo!
Leggi tutto