A Ischia serve una svolta. Ma la gente la vuole sul serio?

Gira e rigira diciamo tutti le stesse cose, sempre. “Ischia ha bisogno di una svolta, un cambio di passo” è la frase maggiormente ricorrente, specie a pochi mesi dalle elezioni. Politici e politologi della prima e dell’ultim’ora si dilettano nei salotti ischitani più o meno buoni a dissertare sui massimi sistemi della cosa pubblica, esprimendo valutazioni su questo o quel candidato oppure -cosa decisamente più interessante- su quegli aspetti inequivocabili della nostra quotidianità in cui Ischia dovrebbe necessariamente cambiare registro.

Una decina di giorni fa ho ricevuto i risultati di un sondaggio che ho fatto eseguire a mie spese, per cercare di capirci di più sul da farsi in vista delle elezioni del 6 e 7 maggio nel Comune di Ischia. Vi chiedo scusa se non ne rivelerò i risultati dettagliati, ma non mi va che chi non crede ai sondaggi (non tanto per il costo, ma forse per il timore degli esiti tanto scomodi quanto inequivocabili che ne conseguono) ne possa trarre indebitamente vantaggio. Porrò alla Vostra attenzione un solo elemento: il vero vincitore è… il 50% e più degli incerti.

Questo dato, che di sicuro non premia i cinque anni di amministrazione del sindaco Ferrandino, incapace di fidelizzare concretamente l’elettorato al punto da vedersi costretto ad allearsi con i cinque ottavi della minoranza, è sintomatico di quanto i nostri compaesani cerchino un’alternativa che, sino a questo momento, non è ancora comparsa tra i nomi e gli schieramenti che dovrebbero contrapporsi a Giosi e i suoi sodali. Ma intanto, il tempo passa inesorabile e ci si avvia ad aiutare il sindaco uscente nella sua politica al valium, pronta a far ripiombare il paese in quel sonno propedeutico alla morte che lo ha già avvolto nel corso del suo primo mandato.

E se è vero, com’è vero, che la gente continua indifferente a vivere la propria quotidianità, ignorando la famosa massima kennediana, secondo cui “se non ti interessi di politica, un giorno sarà la politica a interessarsi di te“, siamo proprio sicuri che questa necessità della “svolta per Ischia” sia realmente condivisa, o come al solito ci si ridurrà a un voto squisitamente clientelare o amicale o a favore del “più forte” che nulla ha a che vedere con le giuste prospettive per il Paese e che ancora una volta ci equiparerà a dei soldatini in fila indiana, diretti alle urne solo secondo il copione più conveniente?

Si sta rischiando seriamente di riconsegnare il Comune di Ischia a Giosi Ferrandino e compagni. Occhio!

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Il “con Giosi no” non basta!

L’essermi concentrato per quasi cinque anni sulle malefatte amministrative di Giosi Ferrandino e i suoi, mi provoca oggi una sorta di assuefazione naturale che rende meno clamorose le ultime scoperte di noi-minoranza nelle partecipate sull’orlo del fallimento, tra le magagne degli appalti dei lavori pubblici all’UTC, sul bilancio comunale sempre più disastroso. Ho denunciato questo assurdo modo di gestire la cosa pubblica per l’intero mandato, per cui non sono certo meravigliato di quanto sta accadendo e quant’altro scaturira’ ancora, anche grazie alle indagini della Magistratura tuttora in corso su vari argomenti.
Tutto cio’, in ogni caso, non puo’ e non deve distogliere l’attenzione degli addetti ai lavori (e perche’ no, della gente comune) dall’opera di costruzione di una valida e credibile alternativa al calderone PD-PDL per le prossime elezioni: un’alleanza (o meglio, accozzaglia) che secondo me ha ancora troppe falle (alcune delle quali difficili da tappare) che potrebbero addirittura comprometterla, almeno in parte, favorendo l’evolversi di ulteriori scenari.
Indipendentemente da quest’ultima considerazione, la vera alternativa (quella realmente considerabile tale dall’elettorato sia nel candidato sindaco, sia nella coalizione) non e’ ancora nata; ed e’ innegabile che il collante tra le varie anime contrapponibili a Giosi e compagni non e’ attualmente sufficiente a garantire una vera unita’ d’intenti, del tutto indispensabile per batterli.
Non voler stare da sempre con Giosi, al pari dell’essersene allontanati per scelta politicamente consequenziale ai recenti provvedimenti di esclusione, non puo’ e non dev’essere l’unica reason why della futura classe dirigente di Ischia: coraggio, propensione all’impopolarita’ e presa di coscienza dello stato comatoso della “cosa pubblica” restano requisiti difficili da reperire e, peggio ancora, da condividere.
Per di più, va ricordato che chiunque sara’ il prossimo Sindaco d’Ischia, dovra’ armarsi di sufficiente consapevolezza per calarsi, più che nel ruolo di primo cittadino, in quello di curatore fallimentare.
Al momento, credo in tutta onesta’ che un po’ tutti stiano andando in tutt’altra direzione. E la gente continua ad aspettare, speriamo non invano.

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Adesso siano gli Ischitani a reagire!

Alea iacta est: con l’ingresso in Giunta di Luigi Mattera e Gigi Mollo, il “caularone” da oggi è ufficiale a tutti gli effetti.
Dedicare troppe parole a questo modo scellerato di interpretare la politica e, soprattutto, il mandato popolare, significherebbe legittimarne l’importanza. Di contro, però, non sarebbe giusto neppure sottacerlo acriticamente, dando modo a qualcuno di ammettere che nell’accezione scontata che “la politica è l’arte del possibile“, anche questo genere di pastrocchi possa rientrare nella normalità.
Non mi appassiona più di tanto (anche perché “nun ce vo a’zingara”) trovare una ragione plausibile perché Giovanni SorrentinoPaolo Ferrandino, Luigi Mattera, Gennaro ScottiSandro Iannotta, Gigi Mollo e Mario Amalfitano, in barba al mandato popolare ricevuto dopo una competizione CONTRO Giosi Ferrandino e compagni, oggi decidano di annullare quattro anni e mezzo di chiacchiere (perché a questo punto tali si dimostrano) per saltare impunemente dall’altra parte della barricata. Ciò che mi preoccupa, invece, è capire fino a che punto gli Elettori, la Gente comune, quella che vive sulla propria pelle il momento difficilissimo che Ischia, più dell’Italia intera, attraversa da tempo e che Giosi Ferrandino non ha  tenuto in alcun conto nell’arco del suo mandato, intenderanno mostrare il giusto sdegno verso questo genere di trasformismo che con il bene del Paese non ha alcunché da spartire, oppure continueranno a sottostare a tutto e tutti pur di non rinunciare ai piccoli piaceri del proprio orticello, lasciando che il resto vada inevitabilmente a farsi benedire.
In attesa di un’alternativa credibile e utile a ritenere che nulla è ancora perduto e non esiste alcuna vittoria scontata per questo genere di accozzaglia trasversal-clientelare, le elezioni di maggio resteranno l’ultima spiaggia per quel sussulto d’orgoglio con cui la gente di Ischia deve dimostrare di voler reagire. Diversamente, significherà che sono proprio questi gli amministratori (la minuscola è tutt’altro che casuale) che ci meritiamo.
(photo: tgischia.it)

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