Adisu L’Orientale: un’ottima esperienza!

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Circa venti giorni fa (lo scrivo solo ora per mera mancanza di tempo) ho rassegnato le mie dimissioni dalla vicepresidenza dell’Azienda per il Diritto allo Studio Universitario “L’Orientale”, una realtà importante che tutela le attività e le esigenze degli studenti dell’omonima, rinomata Facoltà, del Conservatorio San Pietro a Majella, dell’Accademia delle Belle Arti e dell’Accademia della Moda di Napoli.

In circa un anno e mezzo di attività, insieme all’amico presidente Antonio Manfredi, ai Colleghi consiglieri (sia quelli rappresentanti il corpo docente e studentesco, sia quelli di nomina regionale), all’ottimo direttore amministrativo Umberto Accettullo e al nuovo collegio sindacale, siamo stati in grado di porre in essere iniziative importantissime, di cui alcune bloccate da anni nella classica inerzia che, spesso, insidia il “pubblico” e ne paralizza le attività.

Mi piace ricordare, tra quanto realizzato, lo snellimento della burocrazia interna all’Azienda, l’ottimizzazione dei rapporti con l’Ente Regione, il passaggio a una sede finalmente decorosa, facile da raggiungere, priva di barriere architettoniche e, cosa non da poco, più economica della precedente. E, ultimo solo cronologicamente, lo sblocco della situazione relativa alla residenza universitaria, che molto presto metterà finalmente a disposizione degli Studenti una struttura nuova, funzionale e all’avanguardia.

Le mie dimissioni rappresentano un atto dovuto, in base alla correttezza, coerenza e rispetto delle regole che mi hanno sempre contraddistinto e da cui alcune mie scelte di prospettiva, oggi come sempre, non potevano prescindere.

Ho già provveduto (e lo faccio nuovamente da questo mio blog) a ringraziare il Presidente della Giunta Regionale Caldoro e quello del Consiglio Regionale Romano della fiducia accordatami, che ritengo aver pienamente ricambiato con l’impegno che sono solito profondere in tutte le cose che faccio.

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‘E signure d’agosto: tutto cambia!

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Oggi, parlando con un amico, ascoltavo una sua riflessione sul “pubblico d’agosto” qui ad Ischia. Il suo “che schifezz ‘e ggent” è più che condivisibile, ma merita un approfondimento.

Quando ero piccino, ricordo che i grandi incassi del nostro turismo, quelli che ti cambiavano la vita, avvenivano proprio in luglio e agosto. Quest’ultimo mese in particolare, nel pieno rispetto dell’antico aforisma “chi p’aust nun s’è vestut, viern ‘nguoll c’è vvnut“, rappresentava la vera panacea contro gli oltre sei mesi da isolani-semi isolati.

Ma chi erano i protagonisti dei mega-proventi di tutti (bar, ristoranti, nights, taverne, negozi etc.)? Non avevamo certo personaggi del calibro di Carolina di Monaco o di Giorgio Armani (i quali, pur frequentando l’Isola, ben si guardavano dal frequentare le zone di alta ressa). Allora come oggi, erano ‘e signure a darci da vivere. E in quella definizione, era semplicissimo includere di tutto: tanto i posillipini e i vomeresi bene, tanto i contrabbandieri di sigarette, i pregiudicati, i cafoni arricchiti. Persone che in comune non avevano certo il look (voce bassa, dizione ed accenti esasperati, soft walking e puzza sotto il naso per i primi; catenoni e bracciali d’oro su petti e braccia villose, screaming a tutti i costi e rigorosa platealità per i secondi), ma senz’altro l’origine partenopea e i soldi da spendere. E soprattutto, li univa la voglia di far bella figura, concedendosi il meglio spendendo e spandendo sotto gli occhi di tutti, per la gioia di noi Ischitani.

Oggi la matrice dei nostri frequentatori agostani non è cambiata granché. Ma all’impronta cafonal, in un verso e nell’altro, è subentrata la scostumatezza e l’esasperazione di esponenti di nuove generazioni campane, pronti a calpestare, pur di inutilmente emulare, quei valori per i quali il più incallito dei loro predecessori in vacanza ad Ischia sarebbe stato pronto finanche a un regolamento di conti. Il delinquentuccio di quartiere ha preso il posto del boss, ma il suo atteggiamento è tanto inadeguato quanto rivoltante a trecentosessanta gradi, privo di quella discrezione e, soprattutto, quell’autorevolezza che, per chi osserva, va ben oltre il timore della ritorsione, qualunque essa sia.

Difficile immaginare una svolta, di questi tempi, laddove anche il rispetto del Codice della Strada sembra rappresentare una chimera. Un concetto ancor più difficile da digerire, se pensiamo che, con le dovute proporzioni, neppure dai nostri giovanissimi ischitani sembra che possiamo aspettarci granché di buono. Dove arriveremo? Intanto, ad agosto, questa è la vita ad Ischia!

(photo: imperatoreblog)

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Per Fulvio una meritata formalità

davide e fulvio

Per chi come il mio amico Fulvio Martusciello è convinto che non servano i titoli, le cariche o le nomine per darsi da fare, l’essere diventato oggi Assessore Regionale a tutti gli effetti rappresenta una mera formalità.

Una formalità piacevole e meritatissima, devo dire, che premia -forse con ritardo- il suo impegno senza soluzione di continuità, indipendentemente da correnti o momenti, in tutti i ruoli ricoperti sinora e nel rispetto del Partito.

Auguri, Fulvio! Io ci sono, come sempre.

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