Berlusconi: la gente dice che… ma io credo che…

In questo squallido festival di dichiarazioni da destra a sinistra (di cui Silvio Berlusconi ha fatto di tutto per essere protagonista), vi è un dato inequivocabile che il qualunquismo spicciolo non può e non deve confutare: chi ascrive al “Cavaliere” tutti i guai dell’Italia dell’ultimo ventennio, o non conosce la storia politica italiana, o fa finta di non conoscerla. Se vogliamo dimenticare per un attimo il malgoverno della Prima Repubblica, grazie al quale tutti i furbi-fortunati del momento, dentro e fuori dalla politica, hanno munto la vacca fino all’ultima goccia di latte, ci basti analizzare la Seconda. In tale contesto, va ricordato che Berlusconi ha sì governato per nove anni (94-95, 01-06, 08-11), ma anche la sinistra ha avuto ben otto anni di tempo (95/01 – 06/08) per dimostrare di essere migliore della controparte. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Una cosa in comune, però, destra sinistra e centro ce l’hanno: nessuno di loro, chiacchiere a parte, ha realmente intenzione di cambiare la legge elettorale. Tra poco si vota ed il Porcellum sopravviverà ancora una volta, per buona pace del Presidente Napolitano.

Dal canto mio, ho effettuato negli ultimi due giorni un mio piccolo sondaggio de visu. E il dato che mi sconvolge sapete qual è? Il 100% degli “intervistati” (amici, conoscenti, tassisti, gente di ogni ceto, illustri sconosciuti spinti in qualche modo a parlare delle prossime elezioni) sembra definire Berlusconi il male minore. Della serie: “Se ci fosse stato Renzi, avremmo votato per lui. Ma se l’alternativa a Berlusconi sarà Bersani, Casini, Fini o addirittura Monti (il difensore delle banche che ci sta distruggendo con le sue tasse), allora mi turo il naso e rivoto Silvio!

Chi mi legge spesso sa bene come la penso su di lui, così com’è noto che con la sinistra o pseudo-tale non ho mai avuto e mai avrò nulla a che fare. Ma sono quasi certo di una cosa: anche se la demonizzazione ad opera dei suoi avversari gli ha sempre giovato, Berlusconi non sarà il candidato premier del centrodestra alle elezioni politiche di febbraio!

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Noi, quelli fieri del ’94!

Facile chiamarci illusi, incantati, sognatori, gente senza storia politica: non eravamo in pochi -tutt’altro- ad aver creduto nel messaggio di speranza che partiva da un uomo di indiscutibile successo. Noi siamo quelli del ’94, uomini e donne di varie età che credevano in un Paese che poteva e doveva migliorare.

Oggi, dopo diciotto anni, dopo essere in tanti già da tempo a sentirsi in qualche modo traditi e delusi da lui, quell’uomo di successo si è fatto da parte, sancendo a tutti gli effetti la chiusura di un’epoca che al di là di pochi provvedimenti di indubbia utilità, non ci ha portato oltre quella mera speranza, rimasta tale. Resta, però, l’orgoglio e la fierezza di averci creduto con tutto il cuore e, soprattutto, di averci messo la faccia, quasi sempre investendo a fondo perduto, ma convinti più di sempre della bontà di ciò che facevamo e delle nostre idee.

Da qui ad aprile, saremo in tanti a dover decidere la strada da seguire. Ma nessuno potrà impedirci, nel nostro piccolo, di continuare a provare emozione e nostalgia nel ricordare lo sventolio di quella bandiera, le note di quell’inno e la preziosa esperienza che tutto quel tempo dedicato al Paese rappresenterà, per tutti noi e in tanti modi diversi, anche nelle scelte che verranno.

Chi non ha passato non ha storia! E di questa piccola storia, noi -quelli del ’94- siamo comunque fieri!

 

 

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L’antipolitica filobancaria: cui prodest?

La politica sta producendo voci contrastanti in merito al decreto “Salva Italia” sulla spending review: Nicki Vendola l’ha definito “ammazza Italia“, mentre Pier Ferdinando Casini si è detto entusiasta, schierandosi al fianco del premier Mario Monti.

Il problema, a mio avviso, si pone sotto altri aspetti:

1) Fino a che punto questa “managerialità esasperata” può realmente salvare l’Italia, con tutte le sue contraddizioni più o meno evidenti (rinunciare al taglio delle province e nominare due nuovi sottosegretari, mentre con l’altra mano si chiede alle Regioni di tagliare posti agli ospedali e si eliminano sedi giudiziarie estremamente disagiate come quella di Ischia)?

2) Fino a che punto si può continuare a far quadrare i numeri senza tenere in alcun conto le esigenze del territorio, quelle di cui la politica, attraverso i suoi rappresentanti, dovrebbe rendersi garante?

3) Fino a che punto si potrà parlare di ripresa, se la tassazione continua ad aumentare e la contrazione dei consumi prosegue inesorabile, senza che il Governo in carica offra il benché minimo spiraglio di tempi migliori per privati e aziende?

Se la politica -quella vera- è morta da tempo perché i politici nominati (e non eletti) non rappresentano più nessuno, dove ci porterà questa sottospecie di antipolitica filobancaria che il Governo Monti rappresenta alla grande? Onestamente, pur sforzandomi a ragionarci su, non saprei da dove cominciare. Ci proviamo insieme?

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